La distribuzione degli oggetti deepsky osservati (per maggior chiarezza le dimensioni dei 6 spicchi minori sono state triplicate).
In questo grafico è invece mostrata la distribuzione delle sole galassie secondo i cataloghi principali (come sotto indicato).
Le pagine delle osservazioni sono divise unicamente per cataloghi. Le abbreviazioni riportate nella barra superiore a sfondo grigio sono intuitive, ma preferisco egualmente riassumerle per chiarezza:
1) nella colonna della categoria (ctg) gx sta per "galassia", aa per "ammasso aperto", ag per "ammasso globulare", neb per "nebulosa" (a emissione o riflessione), nebo per "nebulosa oscura", qso per "quasi stellar object" (quasar), ss per "sistema stellare" (comprese quindi le stelle doppie), aster per "asterismo" (semplice raggruppamento stellare senza fisica correlazione fra le componenti); infine gli knot si riferiscono a piccole regioni H II o associazioni stellari situate nei bracci di alcune galassie esterne vicine.
2) AR e Dec sono le usuali coordinate celesti (in declinazione l'approssimazione è al decimo di primo d'arco) ricavate dal Megastar, il mio principale riferimento per le osservazioni; la data di riferimento è il 1° gennaio 2000.
3) Uran si riferisce all'Uranometria 2000 1ª edizione e i numeri sotto riportati preceduti da una q (quadro) indicano la pagina dove si trova l'oggetto. E' indicato il quadro soltanto per gli oggetti effettivamente presenti nell'atlante; per gli altri ho invece indicato le semplici coordinate. Per quegli oggetti situati presso i margini delle pagine (e che quindi compaiono in più quadri contigui), mi sono attenuto a quella riportata sul Megastar.
4) cost è la costellazione di riferimento nella consueta sigla triletterale sancita nel 1930 dall'Unione Astronomica Internazionale.
5) Ø indica l'apertura dello strumento in pollici (secondo gli standard commerciali): per averla in centimetri basta moltiplicare il valore per 2.54.
6) nella penultima colonna sono infine riportate, molto sinteticamente, le condizioni meteo in termini di trasparenza e seeing.
Sono invece state volutamente omesse le magnitudini, perché sugli oggetti estesi possono risultare fuorvianti: in altri termini, una galassietta piccola e compatta di 15ª potrebbe essere più facile da vedere di una di 13ª molto diffusa e con bassa luminanza superficiale; inoltre si riscontrano spesso discrepanze anche notevoli nei valori di luminosità a seconda delle fonti. La cosa migliore per sapere se un oggetto diffuso sarà visibile o meno resta dunque la prova empirica all'oculare.
Infine, cliccate sulla "×" in alto a destra (⇒ vedi) per rimuovere la fastidiosa banda diafana verticale e riguadagnare lo schermo del telefonino al completo.
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(una volta aperta la pagina premi Ctrl+F e digita il numero di catalogo che ti interessa)
ALADIN
(per ingrandire o rimpicciolire il campo c'è la rotella del mouse; col telefonino basta usare le dita)