Lo storico telescopio da 125 cm di Ø costruito da W. Herschel nel 1789 Mi chiamo Piero Mazza, sono originario di Milano, ma dal febbraio 2022 sono ufficialmente diventato cittadino della Brianza. Mi occupo di astronomia dalla fine del liceo, anche se nella vita ho sempre fatto tutt'altro: sono infatti un musicista di professione, seppure oramai collocato a riposo per raggiunti limiti di età (se per caso volete conoscere i miei gusti musicali cliccate ⇒ qui). Ma non paragonatemi nemmeno lontanamente al grande W. Herschel, anche lui musicista: costui ha praticamente costruito il cielo profondo dal nulla, mentre io mi limito a osservare quello che c'è già.
Oltre all'astronomia amo molto la montagna e specialmente durante l'estate mi diletto in alcune escursioni, spesso in solitaria, che mi permettono di contemplare ampi panorami (come ⇒ questo). E dal momento che l'avventura continua, seppure in altre dimensioni, trovo altresì molto bello e riposante tuffarmi negli abissi (si fa per dire!), una passione che ho scoperto poco meno di una ventina di anni fa durante una vacanza estiva in un resort estero e che ho voluto sunteggiare in questa ⇒ buffa immagine. Da ultimo, prima di entrare nel merito della materia del presente sito, affermo senza remore che mi piacciono molto i gatti ai quali ho voluto dedicare questa ⇒ paginetta.
Riguardo alla mia attività di astrofilo vi espongo brevemente come osservo il cielo.
Due anni di attività all'osservatorio del nostro circolo, al tempo in cui questo era operativo, mi hanno sicuramente fatto apprendere cose nuove, fra le quali la ripresa e l'elaborazione delle immagini digitali. Tuttavia, il tempo trascorso all'osservatorio era esclusivamente mirato alla ricerca delle supernovae, nella quale mi ero impegnato per un certo periodo. Eppure tutto ciò non è servito a distogliermi dalla mia vecchia passione: l'osservazione visuale. Non ho infatti mai dimenticato l'emozione di quand'ero un ragazzo e per la prima volta ho puntato un binocolo 10x40 sul cielo stellato. Ed è forse per questo che sento il desiderio di rendere partecipe chi vuole dedicarsi a questa affascinante attività.
Il citato interludio all'Osservatorio di Promiod, ha lasciato un'evidente traccia nel numero di sortite in montagna rivolte esclusivamente all'osservazione di nuovi oggetti, come si evince da questo ⇒ grafico che pubblico solo per curiosità (se usi lo smartphone clicca ⇒ qui). L'ho fatto partire dal 1988, l'anno in cui ho iniziato a registrare le sessioni con regolarità; noterete quindi un'estrema penuria di uscite nei 6 anni dedicati appunto alla ricerca sopra accennata; in particolare, negli anni '95, '97, '98 e '99 ho effettuato una sola uscita! All'opposto, il 2007 è stato invece un anno molto proficuo con ben 40 uscite (tra l'altro, il 31 dicembre di quell'anno avevo registrato la mia 10-millesima galassia); mediamente ne effettuo un paio al mese, anche se il triste periodo 2020-21, funestato dalla pandemia, mi ha giocoforza limitato. Se dunque riuscissi anche in futuro a mantenere questo ritmo mi riterrei più che soddisfatto.
Sia chiaro che non occorrono apparecchiature costose per godere della magnificenza del cielo stellato: alcune osservazioni, soprattutto di ammassi aperti, si possono addirittura compiere ad occhio nudo, basti pensare alle Pleiadi, alle Yadi, ad h e χ Persei. E' quindi importante cominciare a familiarizzare con i principali oggetti diffusi visibili anche a occhio nudo e che per la maggior parte sono costituiti da ammassi aperti.
Il vecchio dobson da 41 cm, fedele compagno d'osservazione per 17 anni La sezione dedicata al DeepSky, molto vasta e che richiederà aggiornamenti continui per quanto concerne l'osservazione e le relative descrizioni, dopo l'introduzione comincerà proprio dagli ammassi aperti; consultando un'apposita tabella di quelli osservabili a occhio nudo vi accorgerete che saranno in numero maggiore di quelli che la gente comune normalmente ritiene. Si tratta chiaramente di un esercizio fine a se stesso volto a mettere in atto la propria abilità osservativa. Tuttavia, una volta localizzato in cielo, sarà però opportuno inquadrare l'oggetto in un binocolo o in un piccolo telescopio per poterlo pienamente apprezzare. Se poi alcuni accaniti osservatori ne avessero localizzati degli altri senza ausili ottici spero non esitino a farmelo sapere.
Approfondiremo poi l'osservazione binoculare per approdare infine a quella telescopica. Ce n'è quindi per tutti i gusti. Ovviamente più si sonda nel profondo del cosmo e più le galassie la fanno da padrona in quanto rappresentano oltre il 95 per cento degli oggetti visibili con telescopi amatoriali. Ma c'è anche da aggiungere che dopo decenni passati sul campo con l'occhio all'oculare e dopo oltre 27-mila galassie osservate e descritte, non mi resta altro, per il futuro, che ripiegare su oggetti molto deboli o che appaiono solo elusivamente. Questo non è comunque un aspetto negativo. Anzi, le osservazioni condotte ai limiti strumentali, oltre a conferire un indubbio tocco di fascino all'osservazione visuale, costituiscono spesso vere e proprie sfide. Se da un lato è bello e appagante contemplare la Nebulosa di Orione o M51, non c'è da dubitarne, dall'altro può essere anche più eccitante andare a caccia di gemme nascoste, deboli e poco conosciute che mettono talvolta a dura prova l'abilità dell'osservatore.
Vi renderete conto ben presto che è solo questione di allenamento visivo. Con qualche semplice trucco, che esporremo via via, vi accorgerete che, ad esempio, con un 20 centimetri è possibile vedere galassie che sono di solito appannaggio di un 30. Franco Bertucci di Milano, grande appassionato conoscitore del cielo, nonché veterano del visuale, e che ho sempre giustamente considerato il mio maestro, più di una volta era rimasto sorpreso nel venire a sapere che col 16" ero riuscito a vedere alcuni oggetti che lui stesso giudicava difficili nel suo leviathano da 65 cm! (v. la NOTA a pié pagina).
E a proposito di osservazioni spinte al limite: avete mai provato a osservare tutti gli oggetti Messier con un 12×50? O una galassia di 14-esima con un 25 centimetri? Sono certo che avrete delle sorprese!
Piero Mazza
NOTA – Uno degli esempi più eclatanti che per alcuni anni ha tenuto banco presso alcuni soci del nostro Circolo era il rifiuto da parte di Franco di credere che avessi osservato NGC 2885, una galassia del Leone che il Deep Sky Field Guide riporta di 14-esima grandezza e il Megastar addirittura di 14.8! Una volta che eravamo insieme al passo del Giovà durante una gelida e limpida notte invernale gliel'ho inquadrata nel mio 41 cm a 380x dicendogli scherzosamente: «Finalmente la smetterai di rompermi le p****». Ed è finita in una simpatica risata!