Anche gli osservatori saltuari sono in grado di individuare Orione, che in prima serata, durante il mese di febbraio, è ben visibile verso sud; questa è giustamente ritenuta la più bella costellazione di tutta la volta celeste, se non altro per il numero di stelle brillanti che racchiude in una plaga relativamente limitata di cielo. Gli astrofili più agguerriti sapranno anche cosa si trova "sotto" Orione, ossia la Lepre, dal momento che qui è presente un ammasso globulare del catalogo di Messier (M79).
Ma quanti realmente sanno cosa c'è a sud della Lepre? Ebbene, qui è presente una piccola costellazione di 270 gradi quadrati, la Colomba. È situata tra -27 e -43 gradi ed è quindi potenzialmente osservabile anche dal Nord Italia. Anche perché se eccettuiamo la Eta, che si trova all'estremo confine meridionale, la maggior parte delle stelle più luminose sono disposte attorno ai -35 di declinazione.
La creazione della Colomba viene di solito attribuita a Jakob Bartsch, (latinizzato in Jacobus Bartschius), astro- nomo tedesco, nonché genero di Keplero, vissuto all'inizio del XVII secolo; tuttavia la costellazione è già presente nell'Uranometria del Bayer del 1603, raffigurata a SW del Cane Maggiore, con un ramoscello d'ulivo nel becco; è evidente l'allusione alla colomba che Noè avrebbe inviato fuori dall'arca dopo il Diluvio.
NGC 1851 (ReggieJones Telescope – Los Angeles)
La stelle più brillanti sono Alfa e Beta, le uniche di 3ª grandezza, distanti tra loro 3 gradi scarsi in direzione NW-SE; Alfa è una gigante azzurra di magnitudo 2.65 e di classe spettrale B7; la distanza è di 270 anni luce e la luminosità quasi 500 volte maggiore di quella Sole. Il suo nome originale Phact o Phad con cui è talvolta conosciuta significa in arabo "colombaccio".
Beta è di magnitudo 3.1 e con un binocolo si distingue abbastanza facilmente la sua colorazione giallo-arancia; è distante 86 anni luce ed è 35 volte più brillante del Sole.
Epsilon è già una stella di 4ª grandezza, difficile da individuare a occhio nudo se c'è foschia all'orizzonte; presenta la stessa classe spettrale della Beta, ossia K1, ma è situata ad una distanza di oltre 270 anni luce, per cui può essere ad ogni diritto classificata nel ramo delle supergiganti. Se infine riusciste a cogliere gli effimeri barlumi della sunnominata Eta Columbae, di spettro simile alla precedente e di appena un decimo di magnitudine più debole, potreste dire di aver messo un piede persino sul Cavalletto del Pittore situato subito a sud!
L'oggetto deepsky più brillante è un ammasso globulare, NGC 1851, situato verso la parte sud-occidentale della costellazione. Per trovarlo visualmente col consolidato metodo dello starhopping conviene partire dalle tre stelle più brillanti della Colomba che abbiamo presentato. È già visibile, seppure al limite, in un binocolo o un cercatore di almeno 50 mm e un piccolo telescopio di 15 cm, a un centinaio di ingrandimenti, è già in grado di mostrare le componenti più brillanti; tuttavia, a prescindere dalla posizione infelice dove si trova (siamo a -40!), l'ammasso presenta un gradiente di luce molto alto, il che ne renderebbe impossibile la risoluzione delle sue zone centrali anche in telescopi potenti, sia amatoriali, sia professionali. NGC 1851 è un ammasso intrinsecamente molto brillante, distante quasi 40.000 anni-luce e con una magnitudo assoluta di -8.25.
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Oggetto | AR | Dec | Dim. | Mag | Tipologia |
Alfa Col (Phad) | 05h39m39s | -34°04.5' | — | 2.65 | spettro B7 |
Beta Col | 05h50m58s | -35°46.0' | — | 3.1 | spettro K1 |
Epsilon Col | 05h31m13s | -35°28.2' | — | 3.8 | spettro K1 |
NGC 1851 | 05h14m06s | -40°02.8' | 11' | 7.2 | ammasso globulare |