
L'astronomo canadese Paul Hickson dell'Università della Colombia Britannica, 25 anni fa condusse una ricerca sistematica di questi gruppi sulle lastre sensibili al rosso della Palomar Observatory Sky Survey (POSS) e nel 1982 stilò un catalogo di 100 oggetti — noto come HCG — seguendo tre criteri: il primo era quello cosiddetto di popolazione, vale a dire che il gruppo doveva essere costituito da almeno 4 membri; il secondo si riferiva alla compattezza, ossia le galassie dovevano essere comprese in un'area di campo molto limitata; il terzo criterio era quello di isolamento: onde evitare che alcune galassie si trovassero angolarmente vicine per una naturale condensazione all'interno di un ammasso, era necessario che il gruppo fosse...a sé stante, isolato, appunto. Sia chiaro che una catalogazione del genere non era solo fine a se stessa, ma aveva lo scopo preciso di individuare anomalie all'interno dei gruppi, come nel caso emblematico del Quintetto di Stephan, uno dei più famosi (situato nel Pegaso), nel quale la componente NGC 7320 mostrava un redshift nettamente inferiore rispetto alle altre. Lo stesso valeva anche per la galassia NGC 6027D appartenente al celebre Sestetto di Seyfert (situato nellla Testa del Serpente). Queste anomalie possono avere importanti ripercussioni cosmologiche, in quanto è statisticamente abbastanza improbabile che una galassia, dichiarata avulsa dal gruppo in base all'analisi spettroscopica, si trovi ad esso casualmente associata per semplici ragioni prospettiche; o comunque si tratta di un fenomeno piuttosto raro.
Diciamo subito che l'osservazione visuale di alcuni gruppi compatti è relativamente semplice, ma richiede, nella maggior parte dei casi, l'utilizzo di telescopi di almeno 35 o 40 centimetri, un cielo scuro e, soprattutto, un buon seeing per poter ottimizzare gli ingrandimenti. Costituisce un po' il test finale per quei visualisti maturi che desiderano sfruttare a fondo le potenzialità dei loro strumenti.


Uno dei più facili è HCG 44, le cui 4 componenti sono riportate anche sul Tirion; sono situate tra le stelle Zeta e Gamma Leonis e di queste 3 sono osservabili in un modesto 6'': NGC 3185, 3190 e 3193, praticamente allineate lungo la direzione NNE-SSW; l'ultima delle 3 è la più facile del quartetto, mentre per osservare la 3187 occorre un telescopio di almeno 25 cm; rimane tuttavia una galassia debole anche in un 40 cm.

Il Settetto Copland HCG 57, forse meglio noto come Settetto Copland, è sempre stato ritenuto un oggetto fotografico. In effetti le componenti sono tutte molto deboli e richiedono, per una visione agevole, un telescopio di almeno 40 cm. Il gruppo è costituito da 2 terzetti di galassie separati da 3' in direzione NW-SE. Quello più meridionale contiene la più brillante, ossia NGC 3753, allungata da WNW a SSE con dimensioni di 80''x30'' e che presenta un piccolo nucleo di aspetto stellare. NGC 3750 si trova a neppure un primo di distanza verso SW ed è una piccola galassietta compatta che visualmente appare come un nodulo rotondo del diametro di una ventina di secondi. Ancora più difficile ed elusiva è NGC 3754, situata praticamente a ridosso verso NE della componente principale. Del secondo terzetto, invece, la meno difficile è probabilmente NGC 3746; sebbene la fotografia riveli inconfondibilmente la sua natura barrata e la galassia sia circonfusa da un tenue alone elongato da NW a SE, visualmente appare solo come una debolissima chiazza rotonda del diametro inferiore a 1'. Pure molto debole è NGC 3748, situata a poco più di 1.5 verso NE, ma essendo più piccola della precedente e più compatta, si riesce a vedere nonostante abbia una magnitudo integrata maggiore di quasi un punto! Solo di recente sono riuscito a osservare NGC 3745, situata 45'' a nord della 3746, grazie a una nottata osservativa con cielo e trasparenza ottime durante a la quale ho potuto spingere gli ingrandimenti a ben 380x! L'ultima galassietta del Settetto è NGC 3751, la più meridionale. Anche questa è debolissima, e a 188x appare rotonda con diametro di una 30-ina di secondi. HCG 61, situato nella Chioma di Berenice, è un quartetto relativamente facile da osservare con strumentazione modesta ed è costituito da 4 galassie disposte in modo curioso, al punto che gli Americani gli hanno dato il nome di «The Box»; in effetti se si osserva l'immagine pubblicata si nota che sono disposte formando un rettangolo quasi perfetto. Anche per queste preferiamo rimandare all'apposita sezione osservativa.
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