
Un caso che potremmo definire fortuito l'ha fatto ben presto passare all'astrofotografia, relegando così il suo glorioso strumento in una cantina. Ma preferisco riportare le sue parole:
«In una serata osservativa stavo seguendo il programma di ricerca supernovae di Piero Mazza e Stefano Pesci, e nell'osservare una galassia notai qualcosa di strano vicino al nucleo; chiesi a Piero di dare un'occhiata, ma non fu possibile dirimere la questione al momento; tornai a casa col dubbio e allora pensai di prendere una decisione: mi prendo una camera CCD e verifico personalmente questi casi dubbi. Iniziarono così diversi investimenti, giusti e sbagliati, che mi portarono gradualmente ad abbandonare l'osservazione visuale per passare all'astrofotografia».
L'episodio si colloca attorno alla metà degli anni '90, quando io e Stefano ci eravamo imbarcati in quest'impresa.

C'è da dire che come "allievo" ha letteralmente bruciato le tappe. In pochi anni è diventato padrone della tecnica fotografica, ottenendo risultati a dir poco stupefacenti. Si è in seguito iscritto al GAR (Gruppo Astrofili di Rozzano) in seno al quale si è sempre mostrato uno dei più attivi astrofotografi.

Una delle numerose immagini ottenute da Angelo Sul campo osservativo è sempre stato di grande aiuto a tutti. Ti si era scaricata la batteria e quindi non potevi più alimentare il moto orario del telescopio? Ne aveva una di riserva. Avevi dimenticato a casa un cavo di collegamento? Te lo forniva lui. Avevi perso un bullone e non potevi fissare una piastra alla montatura dello strumento? Niente paura, aveva sempre con sé viti, bulloni, rondelle di ricambio, oltre a una nutrita dose di attrezzi. Con Angelo era impossibile perdere una notte d'osservazione a causa di un malaugurato inconveniente, o di qualche stupidaggine commessa da uno dei presenti. E un incidente, anni fa, era capitato anche a me, quando durante il crepuscolo una raffica di vento improvvisa e particolarmente violenta mi aveva niente meno che scardinato il telescopio dalla montatura facendolo rovinare a terra! Gli specchi non avevano fortunatamente riportato alcun danno, ma la crociera del secondario era irrimediabilmente compromessa. Tuttavia Angelo era anche munito di elastici e nastri adesivi che mi hanno permesso, seppure temporaneamente, di rimediare al disastro. Ho potuto così riallineare in qualche modo le ottiche e portare a termine le mie osservazioni.
Negli ultimi anni preferiva fermarsi in uno ⇒ spiazzo situato prima di Cegni, e quando ci passavo per salire al campo superiore, il mio avamposto abituale, mi fermavo spesso a scambiare due chiacchiere con lui: era infatti solito recarvisi di primo pomeriggio. E d'ora in poi so già che ogni volta che passerò di lì mi si stringerà il cuore a vedere quello spiazzo malinconicamente vuoto!
Caro Angelo, anche tu, come il compianto Zanotta, sarai volato nel paradiso degli astrofili. Lì è sempre sereno, e se in futuro avremo la fortuna di incontrarci sono certo che mi sbalordirai con le meraviglie che avrai potuto contemplare, e che qui sulla Terra stiamo lentamente e inesorabilmente perdendo per il degrado costante dei nostri cieli. Ciao!