GSC 2642-1202

Un'immagine di M57 (Ottavio Ferrabino)
Esiste, fra molti visualisti, una disputa storica non ancora sopita, malgrado tutto ciò che è stato scritto soprattutto sulle riviste americane: la stellina centrale della Nebulosa della Lira (M57) è visibile oppure no? C'è infatti chi afferma di averla osservata in un 30 cm, e chi invece non è riuscito a vederla un dobsoniano da 50 cm. È dunque molto difficile stabilire degli standard di validità generale, perché sono molte le variabili che concorrono nella riuscita o meno dell'impresa: la trasparenza e il grado di turbolenza dell'aria, la qualità delle ottiche e il loro corretto centraggio; non bisogna neppure trascurare la pulizia delle superfici riflettenti, in quanto i minuscoli granuli di polvere o di polline che col tempo si depositano sugli specchi, soprattutto del primario che essendo rivolto verso l'alto ne è maggiormente esposto, tendono a diffondere la luce facendo perdere contrasto all'immagine. Anche gli ingrandimenti impiegati sono spesso determinanti; ma forse la cosa più importante resta l'abilità dell'osservatore in grado di impostare automaticamente l'occhio per una visione ottimale, trattandosi di un'osservazione condotta al limite.

Lo storico disegno di M57 effettuato da Lord Rosse
La stella centrale di M57, denominata GSC 2642-1202 e scoperta nel 1800 dal filosofo e astronomo tedesco Friedrich von Hahn, è una nana blu di magnitudine 15.7 e quindi, almeno in teoria, dovrebe essere alla portata di un telescopio da 40 cm, abbastanza diffuso al giorno d'oggi anche fra i neofiti (quest'apertura, in condizioni ottimali, è in grado di mostrare stelline sino alla 16-esima). Tuttavia il vero problema o, se preferiamo, la causa principale che spesso vanifica l'impresa è che la zona centrale della nebulosa è diafana, tant'è che gli anglosassoni hanno coniato l'espressione gauze across the hoop. In pratica, la visione del centro dell'anello è come se avvenisse attraverso una trina; ogni osservatore accorto può facilmente verificarlo confrontando la tinta del cielo all'esterno e all'interno dell'anello; questo porta inevitabilmente a una perdita di contrasto che solo parzialmente può essere ovviata e compensata aumentando molto gli ingrandimenti.
Spesso, però, le sorprese non mancano. Dopo anni di tentativi andati a vuoto — più di recente persino col mio 24" — ero finalmente riuscito a scorgerla, seppure a momenti, in un 40 cm a 380x durante una notte con ottimo seeing e buona trasparenza, addirittura da una località situata ad appena 700 metri d'altezza (a quanto pare la quota non è sempre significativa per certe osservazioni spinte al limite). Il fatto che sia stato possibile scorgerla in uno strumento inferiore è un'altra cosa che non deve sorprendere più di tanto: Lord Rosse, ad esempio, che osservava con un gigante da 1.8 metri, riporta correttamente l'ovalità di M57, nonché le sfilacciature dell'anello che usualmente si osservano nella parte NE della nebulosa; la sua descrizione parla di «striature e ciuffi» visibili all'interno, ma non vi è alcun cenno alla stella centrale.
Che si sia dunque trattato di una semplice autosuggestione dovuta alla consapevolezza che lì c'era presente qualcosa? Può darsi, ma tre tentativi effettuati a distanza di alcune ore hanno dato esito positivo! La stellina, a dire il vero, non appariva perfettamente puntiforme, ma leggermente diffusa, come se effettivamente una debolissima sorgente di luce tentasse di ... bucare la trina che la ricopriva; ciò nonostante per alcuni istanti restava visibile.
La questione rimane quindi aperta e a questo punto mi piacerebbe che qualche visualista amante delle sfide facesse un tentativo e mi comunicasse poi la sua impressione.

Da Nuovo Orione, "Stelle e Profondo Cielo" (Settembre 2009)

LIRA