Espin 202 e Cygnus X-1

Espin 202 (l'oggetto compatto al centro)
Nonostante l'alta tecnologia insediatasi da ormai da anni anche nell'astronomia amatoriale, sono ancora molti i visualisti che scrutano regolarmente il cielo per pura passione, soprattutto nel Nuovo Continente. Fra gli osservatori visuali più dedicati è doveroso segnalarne uno del Connecticut, Peter Pelagonia. Questi, una dozzina d'anni fa, stava effettuando un tour celeste nel Cigno, una delle costellazioni simbolo dell'estate, quando col suo 20 cm si è imbattuto in un curioso oggetto. «A 70x avevo l'impressione di essere finito su una planetaria» ricorda Pelagonia; la cosa non deve stupire, in quanto le planetarie, com'è noto, sono quasi esclusivamente confinate nel piano galattico; quando però ha forzato gli ingrandimenti a circa 200 si è accorto che era qualcosa di ben diverso: un debole sistema stellare molto compatto che gli aveva fatto un'insolita impressione: quella di un Baseball Diamond (campo da Baseball) con un giocatore su un lato. Forse si penserà che il nostro osservatore abbia fatto sfoggio di una fantasia non comune, ma ben sappiamo che la fantasia gioca un ruolo importante in osservazioni del genere: non potendo immortalare un oggetto sulla lastra fotografica, conta molto la prima impressione che si coglie, sì da poterlo archiviare nella propria mente. Tuttavia, osservandolo con un 25 cm a ingrandimenti medio bassi, è forse più facile immaginare di trovarsi di fronte a una replica — seppur assai meno appariscente — del famoso Trapezio di Orione; con la differenza che in quest'ultimo abbiamo a che fare con 3 stelline brillanti più una debole, mentre l'oggetto in questione presenta una sola stellina abbastanza luminosa — l'unica a essere riportata sull'Uranometria di magnitudo 9.4 — e le altre deboli, di 11-esima e 12-esima. Se però lo si osserva in un 40 ad alti ingrandimenti ci accorgiamo che la fisionomia cambia radicalmente e rivela decisamente un'apparenza più simile a quella di un piccolo ammasso aperto, anche se nella realtà si tratta di un semplice sistema stellare multiplo, abbellito da minute stelline che gli fanno da contorno. Fantasia a parte, l'oggetto è conosciuto come Espin 202 (un nome che si collega a un catalogo di stelle rosse noto come Catalogue of the Espin-Birmingham Red Stars), oppure ADS 13262 (New General Catalog of Double Star di Aitken). Consigliamo di attendere una notte molto tranquilla per poter condurre tranquillamente un'osservazione dell'oggetto ad alti ingrandimenti.
Per quanto invece concerne Cignus X-1, qui ci troviamo di fronte a un oggetto totalmente diverso.

Espin 202 in uno schizzo dell'autore effettuato
con un dobson da 41 cm a 380x.
La storia di questa celebre sorgente X — la prima a essere scoperta, da cui la denominazione — è ben conosciuta, per cui la riporteremo solo brevemente. Con un pizzico di orgoglio nazionale ricordiamo che uno dei principali artefici di questa scoperta, avvenuta negli anni Sessanta, è un italiano, Riccardo Giacconi, allievo del grande scienziato Giuseppe Occhialini al quale era stato intitolato il glorioso satellite Beppo Sax, operativo sino allo scorso 30 aprile. All'inizio degli anni Settanta venne individuata, nella posizione di Cyg X-1, una supergigante blu di nona grandezza — denominata HDE 226868 — con magnitudo assoluta pari a -6. Tutte le stelle possiedono moti propri, ma quello di questa gigante presentava delle insolite oscillazioni imputabili alla presenza di una massiccia compagna invisibile. Combinando la distanza della stella — circa 2.5 kiloparsec — con l'ampiezza delle perturbazioni orbitali misurate si è potuto dedurre per la compagna una massa di circa 9 masse solari. Ora, alla distanza di 2500 parsec stimata per Cyg X-1, una compagna così massiccia si dovrebbe vedere! D'altra parte non può trattarsi né di una nana bianca, né di una stella di neutroni che, stando alle teorie sull'evoluzione stellare, non potrebbero sussistere con masse del genere; è poi non si dimentichi che la sorgente X misurata sembra proprio quella prodotta da un disco di accrescimento causato da un forte surriscaldamento della materia compressa in un potentissimo vortice.
Bisogna ammettere che fa un certo effetto, osservando in un piccolo telescopio questa stellina apparentemente insignificante, sapere che stiamo guardando un oggetto in orbita attorno a un buco nero!
Per trovare questa stella o il precedente Espin 202 potete partire dalla Eta Cygni e spostarvi leggermente verso est secondo le indicazioni fornite dalla cartina riprodotta e che riporta stelle sino alla magnitudo 12 (il nord è in alto).

Da Nuovo Orione, "Stelle e Profondo Cielo" (Agosto 2005)

CIGNO