Ofiuco
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Quante sono le costellazioni dello Zodiaco? Ad alcuni la domanda potrà sembrare sciocca o forse anche un po' provocatoria. Ma non è proprio così. Chiunque, consultando un atlante celeste, segua il percorso dell'eclittica potrebbe constatare che il Sole nel corso di un anno attraversa 13 costellazioni, e non 12 come comunemente si crede. Uscendo dallo Scorpione, nel quale trascorre appena 6 giorni, l'astro diurno si sposta infatti nella contigua costellazione dell'Ofiuco, nella quale rimane dal 30 novembre al 17 dicembre.
L'Ofiuco è una delle costellazioni più antiche che si conoscono, tant'è vero che ai tempi dei Caldei — come pure nel mondo ellenico prima di Ipparco — la troviamo già associata allo Zodiaco. Come abbiamo già avuto modo di osservare parlando della Libra, in epoche remote quella costellazione era tutt'una con lo Scorpione, per cui questi antichi astronomi/astrologi (le due discipline erano allora intimamente legate) continuavano ad avere i loro 12 segni zodiacali che scandivano il trascorrere dei mesi.
La parola Ophiuchos è greca e significa "serpentario", ossia "colui che tiene il serpente", e rappresenterebbe il mitico dio Asclepio al quale un serpente (un'altra costellazione antichissima associata all'Ofiuco) avrebbe dato un'erba magica che guariva i malati e resuscitava i morti; onde Giove, temendo che egli sconvolgesse l'ordine della natura, lo fulminò. Il suo culto fu introdotto successivamente a Roma nel 291 a.C. in seguito a una pestilenza dove venne chiamato Esculapio e sostituì le antiche divinità romane della salute.

Il complesso di ρ Ophiuchi in una
immagine di S. Pesci
È una costellazione piuttosto estesa che copre 948 gradì quadrati, dominata nella sua parte più settentrionale dalla Alfa Ophiuchi chiamata in arabo Ras al-Hague, ossia la "testa del serpentario"; è una stella bianca di seconda grandezza, 35 volte più luminosa del Sole e distante 60 anni luce; dall'esame spettrale risulta avere una velocità di recessione pari a 13 km/sec.
Rho Ophiuchi, distante 400 anni luce, è invece uno dei più famosi esempi di stelle multiple; le due componenti principali, entrambe azzurre, sono separate da 3.2" e hanno magnitudini 5.0 e 5.9. Due altre compagne di 7ª grandezza, forse non legate gravitazionalmente alla coppia principale, sono situate a 2 primi e mezzo di distanza e, quindi, sono facilmente risolvibili in un qualunque binocolo. La Rho Ophiuchi, situata 3 gradi sopra Antares, è immersa in una nebulosità che nelle fotografie a colori mostra tinte stupende, molto delicate, che paiono opera di un artista.
Verso l'estremità opposta dell'Ofiuco, quasi a ridosso della zona dove s'incunea la coda del Serpente, c'è un'altra stella di seconda grandezza, la Eta; è un astro bianco della Sequenza Principale distante 23 anni luce e una 60-ina di volte più brillante del Sole.
Appena più debole, e a cavallo tra la 2ª e la 3ª magnitudo, è la Zeta, una gigante azzurra distante 550 anni luce e 1800 volte più brillante della nostra Stella.
Con la Via Lattea che l'attraversa nella parte più orientale da NW a SE, l'Ofiuco, come si può immaginare, è molto ricco di stelle. Fra tutte queste, è d'obbligo segnalarne una — apparentemente insignificante — che ha polarizzato l'attenzione nel mondo astronomico da circa ottant'anni: si tratta della celebre Stella di Barnard, una stellina rossa di magnitudine 9.5 che presenta due particolarità: la prima è quella di essere la stella dell'emisfero boreale più vicina alla Terra, con una distanza che, attualmente, è di appena 6 anni luce; la seconda è di possedere il più alto moto proprio fra tutte le stelle conosciute. È noto, infatti, che le cosiddette "stelle fisse" sono tali solo di nome, perché oltre a non essere affatto immobili sono spesso animate da velocità formidabili, anche di molte decine di chilometri al secondo. Tuttavia, anche le stelle più vicine sono talmente lontane, rispetto ai nostri criteri di distanza, che il loro spostamento effettivo agli occhi dell'osservatore passa del tutto inosservato, persino nel corso di parecchie generazioni; di conseguenza, le costellazioni appaiono immutabili.
L'astronomo americano E. Barnard scoprì il moto proprio della stella omonima nel 1916. Questo spostamento risultò di 10.3" all'anno, vale a dire di un grado in 350 anni. Da allora la stella ha percorso poco più di 13' quasi esattamente in direzione nord. Per avere un confronto con i moti propri delle stelle comuni, si pensi, per esempio, che quello della summenzionata Alfa Ophiuchi è di un grado ogni 13.640 anni! Il forte moto proprio presentato da questa stella non è dovuto soltanto alla sua vicinanza, ma anche al fatto che si tratta di un astro intrinsecamente molto veloce, dal momento che possiede una velocità radiale pari a 108 km/sec. Si sta dunque avvicinando, e fra 9500 anni si troverà alla minima distanza dal sistema solare, a 3,8 anni luce; sarà allora di una magnitudine più brillante (8,5) e verrà a trovarsi nei pressi del confine settentrionale dì quella che è attualmente la costellazione di Ercole. Attualmente la posizione è quella mostrata nella figura di destra collocata tra le due stanghette bianche: sono riportate stelle sino all'11-esima grandezza.

Il moto proprio della Stella di Barnard è ben visibile nell'immagine fotografica ottenuta da G. Sbaruffatti e L. Caserini che ne mostra lo spostamento nell'arco di un anno (vedi).

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