Gatto
(se usi lo smartphone clicca sull'immagine)
(il settore evidenziato mostra con buona approssimazione la posizione della storica costellazione scomparsa)

Mi sono voluto concedere questa breve digressione dal sapore storico nel presentare le costellazioni visibili alle nostre latitudini. Dal momento che in cielo sono stati collocati molti animali fra cui due noti amici dell'uomo, ossia il Cane Maggiore e il Cane Minore, alcuni astrofili, magari alle prime armi, si saranno chiesti perché manca invece la costellazione del Gatto che è in fondo un animale comune almeno quanto il cane. E in effetti tale costellazione esisteva sino a poco più di cent'anni fa, immortalata nel celebre e storico atlante Uranographie di Johann Elert Bode, astronomo tedesco vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, nonché direttore dell'osservatorio di Berlino dal 1786.
Era stato infatti Joseph Jérôme de Lalande, grande amante dei gatti, a creare nel 1799 questa piccola e simpatica costellazione. Lalande era stato direttore dell'Osservatorio di Parigi dal 1795 e nel 1801 e aveva compilato il miglior catalogo stellare del suo tempo, l'Histoire Céleste Française, dove erano indicate le posizioni precise di ben 47390 stelle sino alla magnitudine 9; le stelle sono identificate con il nome comune, la nomenclatura del Bayer (le lettere dell'alfabeto greco), oppure con la numerazione di Flamsteed.

Il Gatto nell'atlante del Bode

L'astronomo francese J. J. de Lalande
La motivazione che aveva indotto Lalande a creare una tale costellazione era in verità molto semplice, direi quasi scontata per un "gattaro". Le sue parole, riportate dallo storico statunitense Richard Hinckley Allen nel suo libro Star Names, Their Lore and Meaning ("Nomi delle stelle nella loro tradizione e significato") sono le seguenti: «C’erano già trentatré animali in cielo; io vi ho aggiunto il trentaquattresimo, il gatto». E con un pizzico d'ironia quasi infantile, forse anche un po' burlesca, aveva poi aggiunto: «Amo molto i gatti. Farò sì che questa figura felina compaia nella mappa stellare. Del resto, ho dedicato così tanta attenzione al cielo nella mia vita che ora, credo, posso permettermi di divertirmi un poco».
Che fine ha fatto allora il Gatto, che appariva comodamente accucciato tra l'Idra e l'Antlia, il quale, oltre che sulla citata Uranographie e sull'atlante del Bode, era anche comparso sul planisfero realizzato da Padre Secchi nel 1878? La costellazione è stata purtroppo rimossa nel 1922 dall'Unione Astronomica Internazionale (IAU), sotto la spinta di Nicolas Camille Flammarion (1842-1925), grande divulgatore scientifico, ma che evidentemente non nutriva una gran simpatia per questa graziosa bestiola.
Ad ogni modo, una flebile traccia della storica e obsoleta costellazione è rimasta. In riferimento alla posizione del Gatto presente nella mappa realizzata da Alexander Jamieson del 1820, che può considerarsi fedele alla costellazione originaria di Lalande, la stella più brillante ivi presente, anche se è soltanto di 5ª grandezza, è la HD 85951 (SAO 155588). E' un astro arancione distante 570 anni luce, 720 volte più luminoso del Sole e con massa quasi 6.5 volte maggiore: si tratta quindi una stella intrinsecamente molto luminosa nella fase di gigante rossa. Si trova nell'Idra, 7 gradi a ovest della planetaria NGC 3242 (il "fantasma di Giove"). HD 85951 è stata rinominata Felis il 1º giugno del 2018 dalla IAU in onore della piccola costellazione scomparsa.
L'immagine riportata qui sotto è un particolare tratto dalla mappa stellare del Jamieson (→ vedi).

CURIOSITA' – Margherita Hack (1922-2013) diceva scherzando di essere nata sotto il segno del Gatto, anche se l'eclittica non passava ovviamente per questa costellazione.

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