La Legge di Titius-Bode
Si consideri la seguente successione:

0, 3, 6, 12, 24, 48, 96, 192, ....

Come si può notare questa è una progressione geometrica con in testa lo zero e nella quale ogni numero si ottiene moltiplicando per 2 il precedente (si tratta cioè di una cosiddetta progressione di ragione 2). Se ora aggiungiamo 4 a ogni termine si ottiene quanto segue:

4, 7, 10, 16, 28, 52, 100, 196, ....

Dividento successivamente ogni termine per 10 avremo:

0.4, 0.7, 1.0, 1.6, 2.8, 5.2, 10.0, 19.6, ....

Questi valori rappresentano, con buona approssimazione, la distanza dal Sole in unità astronomiche sino a Nettuno (Plutone fa eccezione, poiché oltre a essere stato ignobilmente declassato e privato del suo status originale di "pianeta", è anche situato su un'orbita molto ellittica e fortemente inclinata sul piano dell'eclittica). La progressione rende altresì conto della distanza della fascia principale degli asteroidi. Fu anzi proprio questa legge empirica a suggerire agli astronomi, verso la fine del XVIII secolo, che fosse presente qualcosa in corrispondenza del valore 2.8, ossia tra l'orbita di Marte e quella di Giove, esattamente dove pochi anni dopo Piazzi avrebbe scoperto Cerere, il membro maggiore, anche se non il più brillante, della fascia degli asteroidi.

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