Il Modulo di Distanza
Quando si determina la magnitudo assoluta di un corpo celeste è come se lo si immaginasse posto alla distanza standard di 10 parsec (32.6 anni luce). Supponiamo dunque che sia
L0 la luminosità di tale oggetto a tale distanza. Se però la distanza reale (
d) dell'oggetto è diversa dai 10 parsec, è ovvio che la sua luminosità varierà, in più o in meno, secondo la legge dell'inverso del quadrato, e assumerà pertanto un certo valore
L1.
A queste rispettive distanze l'oggetto avrà magnitudo
m0 (per la distanza standard) ed
m1 (per quella reale). Si può pertanto scrivere quanto segue:
L1 : L0 = d2 : 102
Il rapporto
L1 : L0 si può anche esprimere nella forma
2.512(m1 − m0) = d2 : 102
Applichiamo ora i logaritmi a entrambi i membri:
log (2.512(m1 − m0)) = log (d2 : 102)
E ricordando le regole sui logaritmi otterremo:
(m1 − m0) · 0.4 = 2 · (log d) − 2
e quindi, risistemando i termini:
m1 − m0 = 5 · (log d) − 5
La differenza
Δm tra la magnitudo reale del corpo celeste (
m1) e quella assoluta (
m0) si definisce
Modulo di Distanza, perché è funzione unicamente della distanza dell'oggetto.
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